STEAM DECK: LINUX INSIDE

EDITORIALIGNU/LINUXHARDWARE

Nel recente passato ci siamo già occupati su queste pagine di gaming in ambiente PC e oggi facciamo quattro chiacchiere di approfondimento sul nuovo progetto di Valve ossia Steam Deck. La console portatile marchiata Steam é da poco stata presentata e nel corso di queste righe cercheremo di capire i motivi per acquistarla oppure per abbandonarla sullo scaffale.

Se ripercorriamo il percorso di Valve in ambito console, non possiamo dimenticare la Steam Machine (detta anche Steam Box) presentata nel 2015 e che ha riscosso ben poco successo fra gli appassionati.

Mentre con quest’ultima, Valve intendeva rivaleggiare con le console casalinghe come PS4 e XBoxOne, oggi intende confrontarsi con Nintendo Switch, sempre facendo affidamento su un’architettura di ispirazione PC.

Esattamente come le attuali console casalinghe Sony e Microsoft, anche Steam ha deciso di appoggiarsi ad una infrastruttura hardware concepita da AMD attraverso l’uso di una APU quad-core (8 threads) basata su architettura Zen 2 con una GPU di tipo RDNA2, associati a 16 GB di RAM condivisa di tipo LPDDR5.

Il tutto è condito da un monitor touch LCD da 7 pollici, con risoluzione 1280×800 pixel a 60Hz.

Svolta questa breve digressione sulle qualifiche salienti della console dal punto di vista dell’hardware, passiamo a verificare i motivi rivolti (o meno) a sostenerne l’acquisto.

 

PRO

– Se il vero riferimento di Steam Deck è Nintendo Switch, a livello di appetibilità Valve vince a mani basse grazie al ben più ampio parco giochi presente sul proprio catalogo Steam (ricordiamo in proposito che l’utente potrà tranquillamente usare i giochi già presenti sul suo account senza acquistarne di specifici per questa console).

– Un altro aspetto da non sottovalutare è la portabilità. Spesso il PC gamer, specie quelli non più giovanissimi come il sottoscritto, trovano più comodo distendersi sul divano a giocare che mettersi davanti al PC. Senza contare che, a volte, magari in vacanza, si avrebbe voglia di giocare ai nostri titoli preferiti ma non abbiamo a disposizione il nostro fido PC desktop.

– Proton, ossia il layer che consente di rendere compatibili con Linux la maggior parte dei giochi Windows, risulta ormai maturo ed affidabile e questa è certamente una buona notizia per tutti gli amanti del gaming sul Pinguino. Non dimentichiamo, inoltre, che molti giochi sono stati licenziati anche per Linux in modalità nativa.

– Archlinux: una garanzia di leggerezza e sviluppo ad ampio margine. Se nella prima Steam Machine, Valve si era affidata a Debian per costituire la base del suo SteamOS, la nuova incarnazione di questo sistema operativo si basa – come appena detto – su Archlinux, nota distribuzione minimale rolling release. Probabilmente, Steam si affiderà a repository propri (a rilascio più attento e ponderato, in stile Manjaro) rispetto a quelli della tradizionale Archlinux, ovviando in questa guisa ad eventuali incidenti di affidabilità del software. Complessivamente un’ottima scelta.

 

CONTRO

– Il fattore di forma della console e il peso sembrano attagliarsi poco ad un uso intensivo.

– Nonostante teoricamente questa APU sia in grado di gestire in futuro anche il Ray-Tracing, tutto resta confinato alla risoluzione nativa dello schermo integrato. Nonostante gli sviluppatori abbiano fatto presente che sarà possibile collegare la Steam Deck anche ad un televisore con risoluzione superiore, sembra difficile che il tutto possa essere gestito dall’hardware, salvo contare su un upscaling o magari sulla tecnologia FidelityFX Super Resolution (FSR).

– Altra incognita è rappresentata dalla durata della batteria, nonostante il bassissimo TDP dell’APU e salva l’alimentazione delle altre periferiche (come SSD e schermo).

– Nonostante il comparto hardware si dimostri molto consistente, ed ammesso di non avere limitazioni di ingombro, viene da domandarsi se non sia maggiormente profittevole acquistare un laptop di fascia alta, ove, oltre alla produttiività, sarebbe possibile non solo giocare su uno schermo a risoluzione più alta ma anche con diagonali più generose.

– Infine il prezzo, che pare francamente al di sopra delle disponibilità dell’appassionato medio o comunque poco appetibile rispetto ad altri tipi di acquisto di pari soddisfazione.

Il prezzo è legato fondamentalmente allo storage installato sulla console. Si parte da 419 euro con uno storage (risicato) basato su una memoria eMMC dotata di soli 64 GB. A salire di prezzo, si avranno a disposizione SSD NVMe rispettivamente di 256 e 512 GB. Resta comunque la possibilità di espandere la memoria attraverso schede Micro SD, che, certamente, risulta un’opportunità valida salvo influire negativamente sulla velocità di caricamento del comparto video-ludico.

 

CONCLUSIONI

A patto di avere l’esigenza di giocare sul divano o in mobilità con i giochi PC, credo che sarei propenso ad acquistarla. Probabilmente il vero problema di questo prodotto é il prezzo non proprio alla portata di tutti e che pone qualche riflessione non tanto sul rapporto prezzo-prestazioni, quanto sulla effettiva posizione di mercato. Direi che avrebbe avuto più senso partire con un prezzo a partire da circa 300€.

Non sappiamo ancora per quanto tempo le architetture x86 resteranno leader in ambiente gaming prima di passare le consegne ad ARM, tuttavia la console sembra altamente competitiva nei confronti della sua principale concorrente basata su quest’ultima architettura.

A prescindere dal successo del progetto, resta indubbio quanto Valve stia investendo sul gaming in ambiente Linux, e questo risulta essere sicuramente un bene per tutti i video-giocatori: ancora maggiormente per tutti noi che viviamo ogni giorno con il nostro amato Pinguino.