INTRODUZIONE RAGIONATA AL WATER COOLING

EDITORIALIHARDWARE

Da qualche tempo mi sono proposto di realizzare un impianto di water cooling sul mio pc. Mi sono speso ampiamente nel reperire qualche tutorial soddisfacente, ma – oltre ad essercene pochi in italiano –  tutti si perdono per mille rivoli. Certamente dettagli importanti, ma pur sempre dettagli, rispetto a tutti coloro che desiderano avvicinarsi per la prima volta a questa forma di arte moderna (oltre che di efficienza funzionale del pc) Certamente, per chi si approccia a questo mondo é innanzitutto utile comprendere il funzionamento di un custom loop nella sua accezione logica prima che concreta. Tutto il web é colmo di immagini dedicate al water cooling, ricche di colori e molto meno di spiegazioni.

Ebbene, da qui l’idea di questa breve guida, che ci aiuterà a comprendere la struttura di un impianto a liquido. Teniamo presente che tutti i paradigmi di impianto presuppongono sempre l’esistenza di una pompa, di un serbatoio (reservoir in inglese) e di uno o più radiatori. I primi due hanno come ragione d’essere – rispettivamente – la necessità di far circolare il liquido e di consentire al refrigerante di poter fruire di un’ area di espansione, rivolta anche ad evitare che la pompa resti senza liquido, evitando così rotture o malfunzionamenti.

Sovente, questi due elementi sono venduti – più comodamente – in un elemento combinato che svolge contemporaneamente sia la funzione di pompa, quanto di serbatoio ( e si é preso ad esempio proprio questo caso). Il radiatore. invece, ha lo scopo di refrigerare il liquido in esso circolante grazie alla propria struttura e all’uso di ventole dissipanti. Si osservi, altresì, che la pompa dovrà sempre porre in circolo del liquido fresco, ossia già refrigerato, altrimenti non si avrebbe alcun effetto benefico nei confronti dei nostri componenti. Ho indicato con delle frecce il flusso del liquido all’interno del circuito e con il colore blu o rosso, se il liquido passante sia – rispettivamente -freddo o caldo. Annoto, da ultimo, che le frecce sono spesso non disegnate in asse ad indicare che sui dispositivi esiste un ingresso ed un’uscita per il flusso del circuito. Ovviamente, anche la posizione dei componenti é solo indicativa. e resta all’utente ogni scelta circa il loro specifico posizionamento all’interno del case.

Non perdiamo altro tempo e vediamo questi 16 modelli principali.

N.B. Attenzione che non tutte le schede video si possono sottoporre a water cooling. Verificate l’esistenza di apposito waterblock prima dell’acquisto!

MODELLO 1: CPU CON 1 RADIATORE

Questo rappresenta il modello più semplice, in cui la pompa spinge il liquido (nuovamente) refrigerato nel waterblock della CPU. Quest’ultimo ne esce riscaldato (dissipando il calore del processore) e finisce nel radiatore che provvederà a raffreddarlo. In questo caso, al di là del lato estetico, considerato che viene dissipata a liquido la sola CPU, forse sarebbe meglio optare per un all-in-one.

MODELLO 2: CPU – GPU CON 2 SERBATOI DEDICATI E 2 RADIATORI DEDICATI

Questo é esattamente l’archetipo precedente ma duplicato, essendo presente anche il raffreddamento della scheda grafica. Pertanto, in questa versione CPU e GPU disporranno ciascuno di un proprio serbatoio (e relativa pompa) nonché di un radiatore individuale. Questa é la soluzione ideale se si deve “liquidare” anche la scheda grafica e si ha sufficiente spazio nel case.

MODELLO 3:  CPU – GPU IN SERIE CON UN RADIATORE

Questo é un sistema che, generalmente, viene adottato per case non particolarmente spaziosi. Avendo a disposizione un solo radiatore – come si nota – esso dovrà essere utilizzato da CPU e GPU. Il solo problema é che il liquido già caldo proveniente dalla scheda video finisce a sua volta all’interno del waterblock del processore, ovviamente provocando un minor effetto dissipante per la CPU.

MODELLO 4: CPU – GPU IN SERIE CON 1 RADIATORE – MODALITA’ CONNETTORI CPU PARALLELI

Si tratta di una variante più “estetica” che funzionale del modello precedente. Ma siccome una immagine vale più di mille parole ecco un esempio concreto.

MODELLO 5: CPU – GPU IN SERIE CON 1 RADIATORE – MODALITA’ INVERTITA

Come si evince dalla didascalia questa é la versione invertita del modello 4, tale per cui – in questa ipotesi – viene “servita” dal liquido prima la CPU rispetto alla GPU.

MODELLO 6: CPU – GPU IN SERIE CON 2 RADIATORI IN SERIE

Questo paradigma vede aggiungersi un radiatore rispetto alle ipotesi precedenti. In questo caso il secondo radiatore non é posto a servizio di alcuna componente attiva, ma solo del primo radiatore (per questo “in serie”). Qui ritroviamo gli stessi limiti dissipativi dei 2 modelli precedenti. L’aggiunta del secondo radiatore si deve al presupposto di dover raffreddare di più il liquido che aveva attraversato sia il waterblock del processore, quanto la GPU. Modello discutibile quanto ad efficacia, ha senso solo se il primo radiatore é di dimensioni esigue.

MODELLO 7: CPU – GPU IN SERIE CON 2 RADIATORI E SERBATOIO DI RACCORDO

Questa ipotesi é caratterizzata ancora da CPU e GPU in serie, ma si differenzia per per avere una valvola di raccordo sul serbatoio che raccoglie il liquido rinfrescato dai 2 radiatori. vediamo una esplicazione concreta.

MODELLO 8:  CPU – GPU IN SERIE CON CON 2 RADIATORI PARZIALMENTE IN SERIE

Siamo ancora nell’ipotesi di GPU e CPU che vengono dissipate l’una per mezzo dell’altra. In questo caso abbiamo 2 radiatori come nel modello 6, ma anziché essere entrambi a monte della pompa sono una a monte ed uno a valle. Identiche capacità dissipatrici del modello 6.

MODELLO 9: CPU – GPU CON 2 RADIATORI INDIPENDENTI

In questa modalità abbiamo sempre 2 dissipatori che questa volta non sono più subordinati l’uno all’altra, ma sono indipendenti, e ciascuno di essi provvede a raffreddare, rispettivamente, il liquido caldo proveniente da CPU e GPU. Complessivamente questo archetipo é il più efficiente, giacché ogni radiatore dissipa il proprio componente attivo.

MODELLO 10: CPU – GPU IN SERIE CON 2 RADIATORI INDIPENDENTI

Qui torniamo al presupposto per cui CPU e GPU sono collegati l’uno all’altra a livello di dissipazione. Questo modello si differenzia dal modello 6 perché il secondo radiatore riceve il calore di un elemento attivo, ossia la GPU. Si ha sempre lo stesso problema legato alla dissipazione in serie, aspetto che sarebbe certamente superabile in presenza di due radiatori come in questo caso. Sconsigliato.

MODELLO 11: CPU – GPU CON 3 RADIATORI INDIPENDENTI

Questo modello é la variante con 3 radiatori del sistema n. 9. Sconsigliato perché il liquido già refrigerato viene nuovamente messo in circolo dalla pompa che lo spinge a raffreddarsi ancora all’interno del primo radiatore.

MODELLO 12: CPU – GPU A LOOP INVERTITO CON 2 RADIATORI INDIPENDENTI

Esempio del modello 9 con loop invertito, ossia con raffreddamento prima della GPU e successivamente della CPU.

MODELLO 13: CPU – 2 GPU IN SERIE CON 2 RADIATORI INDIPENDENTI

Si tratta di una ipotesi simile al modello 9 ma con 2 gpu raffreddate in serie. Questo modello mantiene i benefici già indicati, tuttavia sorgono alcune perplessità in merito all’efficienza della dissipazione della seconda GPU.

MODELLO 14: CPU – 2 GPU IN SERIE CON RADIATORI INDIPENDENTI – MODALITA’ INVERTITA

Modello invertito rispetto al precedente. Stessi rilievi.

MODELLO 15: CPU – 2 GPU CON 3 RADIATORI INDIPENDENTI

Questo modello vede le GPU non più collocate in serie. In questo caso la CPU e ogni GPU possiede un proprio radiatore dissipante. Consigliato a chi possiede tanto spazio nel case ma attenzione al flusso d’aria.

MODELLO 16: RAFFREDDAMENTO IN SERIE RITORNATO DI 2 GPU

Quest’ultimo modello si riferisce al raffreddamento delle sole GPU. In questo caso le 2 CPU (a differenza del modello 14) sono sempre in serie ma con un loop ritornato. Nella fattispecie esse esauriscono il raffreddamento solo fra loro stesse, senza coinvolgere alcun altro componente del PC.

La maggior parte di tutti i custom loop rispondono ai modelli visti più sopra. Ora lasciamo che la nostra fantasia spicchi il volo chiariti questi principi di base. Buon divertimento!