WINDOWS 11: GRAZIE MICROSOFT!

EDITORIALI

Parliamo di attualità. Da qualche ora é stato presentato Windows 11. Vi chiederete perché ne parliamo nel nostro blog che per tradizione é dedicato al free software e all’open source. C’é un antico proverbio che recita – vado a memoria – “un battito d’ali di farfalla da una parte del mondo può causare un uragano dall’altra”.

Ebbene, nel microcosmo dell’informatica, assimilabile al mondo succitato, non vi é nulla che non sia correlato o che abbia confini, pertanto, anche una scelta di Microsoft può ripercuotersi pesantemente anche nel mondo del Pinguino.

Se prestiamo attenzione ai requisiti rilasciati da Microsoft, in occasione della presentazione in anteprima del muovo sistema operativo, scopriamo che i requisiti minimi si attagliano a PC non più vecchi di una manciata di anni (diciamo dal 2017 in poi), tagliando fuori gran parte delle macchine esistenti, ed ancora performanti – ancora di più se parliamo di personal computer aziendali, che notoriamente nascono con requisiti bassi.

Inoltre, la casa di Redmond, a parte insistere sul Secure Boot UEFI, si appoggia al famigerato TPM (Trusted Platform Module), tutte tecnologie poco amichevoli, che lasciano poco margine di manovra ad un fruitore creativo.

Finalmente Microsoft ha deciso (sulla scorta di Apple che su questo tema è – ancora una volta – avanti anno luce) di supportare seriamente ARM, dopo il tentativo maldestro di Windows IoT.

Il requisito minimo é il possesso di un SoC Snapdragon 850. Non é dato conoscere se siano supportati altri tipi di SoC, lasciando comunque di fatto – al momento – escluso il supporto a Broadcom che equipaggia il Raspberry Pi.

Effettuate queste dovute premesse, se da una parte la mossa di Satya Nadella di offrire gratis l’upgrade a Windows 11 a tutti i possessori della versione 10 sembra essere coerente con la politica di Microsoft di consentire l’adozione più ampia del nuovo S.O., dall’altra questo auspicio sembra non essere condiviso nella scelta di adottare requisiti così stringenti.

Insomma, molti PC da qui ad ottobre 2025, termine di EOL stabilito per Windows 10, saranno condannati ad un solitario perire dovuto alla loro (voluta) vetustà.

A mio parere trattasi in realtà di una forma di obsolescenza programmata, perché se – da una parte – é comprensibile che sia stato abolito il supporto a processori a 32 bit (anche se le applicazioni saranno comunque ancora supportate tramite il celebre layer Sistem32) non si comprende perché volutamente rendere incompatibili PC ancora prestazionali (anche nel 2025).

Non da ultimo, osserviamo che anche le GPU supportate dovranno possedere il supporto a partire dalle DX 12. Anche qui una scelta poco condivisibile.

A margine, poi, si annota la compatibilità del nuovo sistema operativo con le App Android, probabilmente per giungere finalmente a popolare il MS Store, in qualche modo copiando GNU/Linux che già offre questa feature.

Da ultimo, stando alle dichiarazioni di Microsoft, segnalo che per l’attivazione di Windows 11 sarà necessaria la connessione ad internet, forse per ovviare alle attivazioni disinvolte che hanno visto finora protagonista Windows 10.

Ebbene, a mio parere, questa limitata retro-compatibilità si rivelerà sicuramente una cattiva scelta per Microsoft, andando ad avvantaggiare certamente il nostro amatissimo sistema operativo del Pinguino, che potrebbe vivere un nuovo boom di installazioni, proprio per non condannare alla discarica i PC che attualmente montano Windows 10.

Un sincero grazie a Microsoft per questa nuova opportunità, che sicuramente consentirà a GNU/Linux (almeno lo speriamo) di guadagnare nuovi seguaci affezionati.

 

Per approfondimenti vi rimandiamo a questo articolo:

https://www.hwupgrade.it/news/sistemi-operativi/windows-11-requisiti-cosa-vi-serve-per-far-girare-il-nuovo-sistema-operativo-microsoft_98749.html

 

Credit photo: Laboratoriolinux